Land Art

 

 

di Tiziana Tricarico

 

 

Creare un impatto, un’esperienza con uno spazio depurato e libero da qualsiasi condizionamento. Questo lo scopo della “Land Art”, termine coniato nel 1969 da Gerry Schum ed utilizzato per indicare le opere d’arte realizzate attraverso interventi sul paesaggio naturale. Nel maggio del 2006 a Bacoli e nel novembre di quest’anno a Baia si sono svolti due eventi raccontati in “Momenti miti”, la mostra in corso a Villa di Donato in piazza Sant’Eframo Vecchio, che documenta queste esperienze e che intende dare vita ad un processo di promozione territoriale dei Campi Flegrei.
La rassegna, curata da Cynthia Penna Simonelli (che ha voluto dedicarla a Jeanne-Claude, la moglie di Christo, recentemente scomparsa), fa parte del “Progetto Leda” primo itinerario artistico costruito da “N-UP”, network per la cultura recentemente nato a Napoli che comprende 21 fondazioni private e no profit (ne fanno parte oltre ad Art 1307, tra le altre, Fondazione Morra, Fondazione Plart, Lanificio 25 e Museo Nitsch). In esposizione fino all’8 gennaio (su appuntamento 081-660216) disegni, opere, proiezioni video degli eventi realizzati in natura oltre ad opere fotografiche create appositamente per l’occasione da Amedeo Benestante, Vincenzo Maione, Lucia Patalano: grazie alla riproduzione fotografica, infatti, la performance o l’opera di land art viene salvata dal dissolvimento evolvendosi in qualcosa di immortale. Otto gli artisti coinvolti – Davide Carnevale, Mina Di Nardo, Filippo Ianniello, Teresa Mangiacapra, Daniela Morante, Massimiliano Santoro, Carla Viparelli, Lisa Weber – che hanno interagito con i luoghi creando opere con materiali trovati sul territorio.
Recupero della spiritualità e di un profondo sentire. Sono collage di elementi dell’anima delle palme, come i tendini delle foglie, quelli di Di Nardo che ha realizzato anche un’istallazione, sul tema del passaggio troppo lungo tra filiera e produzione, che accoglie i visitatori all’ingresso della villa invitandoli a riflettere: “La natura sa quando prendere e quando dare, l’uomo no”. Ancora sulla morte delle palme i disegni a carboncino di Carnevale mentre la sua sedia solitaria ed abbandonata attende gli “Illuminati” di un nuovo Gran Tour. Gioca invece sull’ironia Viparelli che disegna un “grilletto” della pistola piuttosto che un fucile “d’acacia” e propone una natura in mimetica che si disarma armandosi. Santoro, con le sue foglie ferite che galleggiano in ciotole d’acqua, racconta il percorso della nascita della natura dalla purezza alla contaminazione assoluta mentre Weber, in una sorta di natura morta scolpita in argilla, imbandisce una tavola dove il cibo è rappresentato da telefonini e palmari pietrificati. Per Mangiacapra il legno diventa il soggetto di opere astratte mentre nei disegni, negli acquarelli e nelle pitture di Morante la natura è vista nella sua esplosione di vitalità e colore anche se compare un’incombente macchia scura. Infine per Ianniello la cicatrice della natura è una foresta bruciata.
Oggi (SABATO 19) performance di “Land Art” nei giardini della villa grazie alle quali il pubblico potrà esperire insieme agli artisti il concetto di “fruizione lenta” che l’Ente Parco Campi Flegrei ha assunto come filosofia indispensabile per la fruizione di questi siti: alle 18 concerto di chitarra classica di Alessandro Petrosino.