Latitude 36 – 40

Mostra scambio Italia-Giappone 2016

Marco Abbamondi Stefano Ciannella Max Coppeta Mina Di Nardo Dino Izzo Amedeo Sanzone . TTozoi  Carla Viparelli

 

Tokyo Metropolitan Art Museum, 8-36 Uenokoen, Taito, Tokyo 110-0007, Japan
 Dal 20 al 28/03/2016
Curatore: Yasunari Nakagomi – Director of Association of International Artists Exchange
Ufficio stampa: art1307 – Chiara Reale +39 3805899435 – chiara.reale81@gmail.com

COMUNICATO STAMPA

2016: ricorre il 150° anniversario delle relazioni diplomatiche tra Italia e Giappone e 500 anni di storia di relazioni culturali tra i due paesi. Otto artisti “Napoletani”chiamati a rappresentare uno spaccato dell’arte Italiana contemporanea saranno i protagonisti, insieme ad altrettanti artisti giapponesi, di “Latitude 36 – 40”, mostra scambio promossa da Art1307 che si terrà, nella sua prima sessione, dal 20 al 28 marzo 2016 presso il Tokyo Metropolitan Art Museum di Tokyo, e nella seconda sessione dal 12 al 30 maggio 2016 a Napoli presso Villa Di Donato. Sotto la curatela di Yasunari Nakagomi, Direttore della Association of international Artists, e Cynthia Penna, direttore artistico di Art1307, Marco Abbamondi, Stefano Ciannella, Max Coppeta, Mina Di Nardo, Dino Izzo, Amedeo Sanzone, Ttzoi, Carla Viparelli esporranno le loro opere nell’ambito di un progetto di scambio fra Italia e Giappone. L’iniziativa gode del patrocinio morale della Regione Campania.
Cynthia Penna, curatrice e direttrice scientifica di Art1307, che ben conosce l’operato degli otto artisti coinvolti sulla base delle numerose occasioni di collaborazione fra questi ultimi e l’Istituzione Culturale Internazionale di cui lei è fondatrice insieme a Renato Penna, scrive nel suo testo critico alla mostra: “Gli otto artisti vivono e lavorano nella città di Napoli, città a volte dura e difficile, ma sempre, costantemente sveglia, recettiva, creativa, fucina di idee e contenuti. Fu dal 16° al 19° secolo una delle maggiori Capitali di un grande Regno Europeo, forse seconda solo a Parigi. Tutto ha sopportato nella sua complessa storia socio-politica e tutto ha inglobato, tutto ha ingoiato, anzi fagocitato, rielaborando lo “straniero” a proprio modo ed integrando qualsiasi forma di cultura, religione e credo. Il “melting pot” di Napoli risale a tempi antichissimi: la sua popolazione, mai autoctona, si è mischiata nel corso dei secoli agli “invasori”e ai popoli colonizzatori, inglobandoli e, a sua volta, “colonizzandoli” spiritualmente e culturalmente, creando così una vera convivenza di culture, di animi, di spiritualità e una specificità del pensare e del sentire che la connota e che è la “cifra” particolare della sua popolazione: accoglienza e rispetto, accettazione della diversità come casualità della vita, come momento di vita, di eventuale sviluppo, di opportunità. Oggi si parla tanto di integrazione, ma si può affermare che il più grande esempio storico di integrazione di culture e di diversità è stato realizzato da questa città. In questo melting pot culturale e ideologico, tuttora la città sopravvive e si reinventa. E in questo melting pot forma i suoi abitanti ed ovviamente i suoi artisti. Essi esprimono la difficoltà del vivere, ma anche e soprattutto la Bellezza dell’arte e della filosofia che connotano la città. Non sono artisti locali perché parlano al cuore dell’essere umano in un Universalismo del dire che tocca corde profonde del comune sentire. L’emozione, l’epifania della scoperta, la Natura che si concede all’uomo in tutta la sua potenza e che sempre lo sovrasta, il senso del fato come casualità che viene subito rielaborata e riespressa alla maniera”napoletana” con ilarità e irriverenza: questi sono solo alcuni dei temi toccati dalla ricerca artistica dei nostri. In Ciannella e Abbamondi il perenne dualismo tra levità, leggerezza dell’essere e del sentire e pesantezza della realtà in una esistenza che deve fare i conti con nefandezza e bruttura. Una umanità dolente e felice al tempo stesso che muta, si modifica non solo e non tanto col passare del tempo, ma attraverso lo scambio con l’altro. Una umanità che “viaggia” intraprendendo l’eterno viaggio dell’esistenza e nel contempo si modifica, muta al mutare del tempo. Levità e forza che si trova nella Natura potente di Di Nardo i cui semi di ciliegio esprimono tutta la forza del mutamento di cui è capace la Natura. La meraviglia e il mistero della creazione tutta contenuta in un fragilissimo e piccolo seme che emana la vita. Contrasto tra Natura e tecnologia in Coppeta che sostituisce a gocce di pioggia, gocce di materiale sintetico che invadono lo spazio: metafora del cambiamento e del mutamento cui stiamo assistendo nel nostro presente. Ancora mutamento della materia nelle opere di Ttozoi che, producendo vere e proprie muffe su tela con un impasto di farina ed acqua, esprime la bellezza della modificazione della realtà naturale; l’estetica di un mutamento che vede Natura e Uomo alternarsi in una gestualità che sovrappone azione e reazione: un’alternanza di passi che ricorda una danza magica foriera di creazione. Viparelli parla dell’attualità della frammentazione di Uomo e Natura: pezzi di realtà che si compongono e scompongono continuamente così come la nostra vita è un’alternanza di frammenti che ne compongono il tutto. L’eterna diatriba tra Natura e Scienza viene realizzata attraverso video-animazioni o quadri in movimento che raccontano un percorso, un “viaggio” di conoscenza. Umanità sfumata che si intravede attraverso un velo fatto di scrittura, di parole, di racconti che compongono la vita stessa dell’uomo: questa la tematica di Dino Izzo che sfuma i suoi personaggi, i suoi paesaggi sotto un velo di parole: comunicabilità o incomunicabilità della società contemporanea? l’eterno dilemma che ci attanaglia da oltre un secolo. La parola come creazione, comunicazione, linguaggio, tradizione e radici: la parola che tutto sovrasta e tutto crea: lo scambio di culture, esperienze, vissuti, che forma Nazioni, Comunità, intere esistenze. Sanzone invece pone la sua umanità all’interno di una superficie specchiante che la riflette tutta proprio come in uno specchio: nell’immensa distesa del nulla in cui l’essere umano viene proiettato, un elemento lo “assiste” per riportarlo alla realtà, alla concretezza e alla impossibilità di perdersi e disperdersi. Un supporto di legami, di amicizia, di amore, di credo, gli viene incontro come per offrirgli un appiglio da cui ripartire costantemente e nuovamente per un altro viaggio di ricerca. Artisti che vivono, lavorano e si esprimono insieme ad una città che palpita, una città dove il confine tra magia e realtà, tra realtà e fantasia, tra reale e surreale è lievissimo, quasi inesistente; dove tutto è magia e tutto è, al tempo stesso, realtà; dove tutto può accadere e non accadere mai. Una città senza tempo, uguale a se stessa eppure sempre mutevole; una città “sregolata” nella sua conformazione intellettuale con una grande anima e una un grande pensiero.

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IMMAGINI DELL'EVENTO

VIDEO

Strip Of Wind di Max Coppeta – Tokyo Metropolitan Art Museum

L’Italia festeggia 150 anni di rapporti diplomatici con il Giappone con due grandi maestri del passato: Leonardo e Botticelli. ART1307 partecipa all’evento con otto artisti Marco Abbamondi, Stefano Ciannella, Max Coppeta, Mina Di Nardo, Dino Izzo, Amedeo Sanzone, Ttzoi, Carla Viparelli che rappresenteranno l’arte contemporanea italiana con la mostra “Latitude 36.40” dal 20 al 28 marzo al Tokyo Metropolitan Art Museum a cura di Cynthia Penna e Yasunari Nakagomi.
Max Coppeta presenta l’opera “Strip Of Wind”, composta da 400 strisce trasparenti di pioggia sintetica sospese che oscilleranno con gli spostamenti d’aria, cambiando la loro proiezione e riflessione. Un ‘opera mutevole, instabile, sensibile, leggera, oscillante. Una piccola poesia di piogge non cadenti.
Se l’acqua è il simbolo della vita, il vento scandisce il passo lento del tempo. Il movimento anima e scuote con oscillazioni minime oggetti inanimati come a donare una vita poco durevole, il modo migliore per comprendere il senso dell’istabilità e della temporaneità.
L’idea nasce dalle suggestioni orientali in relazione al ciclo Piogge Sintetiche, la filosofia della lentezza diviene forza espressiva in opposizione alla velocità del progresso tecnologico, che ci distoglie da racconti fatti di pause e silenzi meditativi.


Latitude 36 – 40 Tokyo experience

Informazioni aggiuntive

Rassegna Stampa

Testi Critici

Vernissage: 20 Marzo 2016