Se la domanda cardine posta a base della Biennale 2015 dal suo direttore Okwni Enwezor è : “quali saranno i futuri del mondo?”; se il tema fondamentale dell’EXPO di Milano 2015 è: “ quali futuri si prospettano in termini di accessibilità delle risorse del pianeta da parte della popolazione mondiale?”, il tema centrale della attuale mostra di Carla Viparelli si innesta con precisione nelle odierne tematiche dei rapporti tra Scienza ed Arte, tra presente e futuro, tra attualità e futuribilità, tra estetica e tecnologia.
Viparelli “fotografa” l’attualità della condizione del vivere sul pianeta ponendo l’accento su una trasformazione culturale che vede l’Uomo al centro di questa in un percorso i cui tempi si stanno compattando con velocità eccezionale .
Da un punto di vista sociologico si pone l’accento sulla centralità della figura umana che acquisisce e fa proprie le trasformazioni del contesto vitale operate dalla scienza. Ma il rapporto Uomo/Scienza viene guardato e descritto non in chiave pragmatica, sperimentale e/o dialettica, bensì in chiave filosofica ed estetica come trasformazione del sé, come mutamento, divenire, modificazione del mondo conosciuto e come estetica di questa trasformazione.
“ Non si può discendere due volte nel medesimo fiume e non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato, ma a causa dell’impetuosità e della velocità del mutamento essa si disperde e si raccoglie, viene e va.” (Eraclito – Frammenti).
Per parte della filosofia greca le cose non hanno realtà se non nel loro stesso, continuo divenire; e pertanto la tensione del mondo greco appare, per una parte, come quella di una conoscenza attraverso la visione dell’oggetto contestualizzato nel tempo e nello spazio.
Viparelli, nel presente lavoro, dà forma e “visione” a questa trasformazione del mondo e delle cose scegliendo come pretesto della sua ricerca estetica un elemento della Natura che di questa trasformazione e mutamento risulta essere tra i più prolifici: il Silicio. Presente nei sistemi atomici e cellulari originari del Big Bang, il silicio ha una proprietà magnifica che è quella dell’auto-trasformazione nel suo aspetto, diciamo, “naturale”; ma non solo: esso si “offre” alla scienza come elemento “da” trasformare. Quindi trasformazione in sé, come elemento che all’interno della Natura subisce infinite modifiche , e trasformazione “esterna” prodotta dall’intervento dell’uomo nell’ambito della ricerca scientifica.
La filosofia della trasformazione contiene in sé due elementi di base: il passato come punto di partenza, memoria, consapevolezza, riferimento etico e nel contempo elemento di contrapposizione e dialettica; il presente come oggettività e soggettività della trasformazione. Non si può modificare quello che non è; e non si può modificare un qualcosa che non abbia una contestualizzazione immediata spazio-temporale.
Questo il dato di partenza di un “viaggio” che è ricerca, sperimentazione e manipolazione.
La maestria dell’artista sta nella capacità di unificare con pochi colpi di pennello e poche linee di matita, passato, presente e futuro attraverso la magia della “rappresentazione visiva”.
Viparelli coglie l’attimo estetico della trasformazione e lo oggettivizza, anzi lo sublima in un manufatto artistico portando ad evidenza visiva la bellezza interiore della Natura nell’atto delle sue infinite possibilità di modificazione o la bellezza e la potenza del mutamento indotto dall’uomo sulle cose attraverso la ricerca scientifica.
Viparelli indaga il lato estetico della scienza, l’estetica del mutamento , l’estetica del “viaggio” , del percorso di modifica di una realtà in un’altra. Indaga la bellezza nell’atto del suo modificarsi da un “sistema” ad un altro. Natura e Scienza procedono entrambe per “sistemi” che non sono meramente “corpi” di regole e procedure, bensì contengono in sé infiniti “corpi” di sistemi estetici.
Non esiste nel mondo naturale solo un’etica della trasformazione come corpo di regole e strumenti atti a modificare l’ambiente e le cose, ma esiste piuttosto un’estetica della trasformazione data dal principio creativo, dalla creazione. Esiste un’estetica della creazione.
Lo scienziato che compie un atto di trasformazione della realtà, di modificazione del sistema conosciuto, compie al contempo e immediatamente un atto creativo che è in sé un atto estetico; al pari dell’artista, lo scienziato modifica una realtà in un’altra attraverso un atto creativo, attraverso l’invenzione creativa dell’intelletto e del genio umano. Questo è Arte.
Viparelli dà forma visiva a questo momento attraverso la rappresentazione, dando vita e quasi “umanizzando” il minerale silicio, scoprendone la bellezza interiore nel momento topico delle sue molteplici trasformazioni: un’infinità di bellezza che sfugge all’occhio e alla quotidianità del nostro vissuto, ma che l’universo incontestabilmente possiede.
L’artista esalta le capacità dell’uomo di modificare la realtà facendoci guardare dentro, o meglio, “rivelandoci” la capacità di bellezza dei nostri compagni di quotidianità: il cellulare, i pannelli solari, il fulmine, il vetro, le diatomee, la superconduttività, i microchip, i “sali” o gel di silicio, la pianta di equiseto, le meteoriti e gli aeroliti, e così via … un’infinità di mutamenti, di trasformazioni, che ci mostrano infiniti percorsi di … bellezza, tutti promananti in un modo o nell’altro da quell’unica originaria ed elementare fonte che è il silicio.
L’artista nel rappresentare e dare forma a quel che per gli altri è l’invisibile cioè l’estetica nascosta anche in un semplice minerale e nei suoi infiniti mutamenti, richiama l’attenzione dello spettatore su quanta bellezza vi sia intorno a noi; un monito e un invito a guardare con occhi più attenti a tutto quanto ci circonda, a rispettare la Natura e le cose apparentemente banali e scontate perché ognuna rivela e possiede infinite capacità di bellezza.
Quali saranno i Futuri del mondo? dipende da quanta capacità avremo di vedere la bellezza in ogni forma di mutamento del presente e di appropriarcene guardando al futuro; un monito per le generazioni a venire a guardare al passato per apprendere esperienza e a guardare al futuro per progredire in armonia, e a non disperdere l’immensa bellezza celata nel creato.