Oggi parliamo di

Yasunari Nakagomi

Artista giapponese di enorme talento e spiritualità, Nakagomi occupa un posto tutto suo nel panorama dell’arte contemporanea internazionale coniugando sotto un’unica forma artistica il canone del bello occidentale con la delicata potenza dell’arte orientale.

La scoperta di una personalità come quella di Nakagomi è stata determinante punto di svolta anche nelle nostre vite individuali e di tante altre persone che lo hanno conosciuto o hanno acquistato e goduto le sue opere.

La tecnica è molto complessa in quanto l’attività di sola preparazione della tela richiede tempi lunghissimi: trattasi di almeno 5 passaggi di un gesso luminoso in oro o argento e di altrettante operazioni di levigatura in modo da ottenere una superficie più liscia della seta che al tatto appare come irreale.

Successivamente Nakagomi ricopre la tela di strati di colore ad olio che la rendono corposa e spessa. Successivamente ad un certo momento specifico dell’asciugatura del colore, Nakagomi incomincia il suo rituale di eliminazione del colore o meglio degli strati di colore sovrapposti fino a far riemergere quell’oro o quell’argento della preparazione a gesso della tela. Quindi la tecnica pittorica dell’artista procede prima per accumulazione e poi per sottrazione del colore e i due momenti nel caso di specie si equivalgono e si bilanciano in un equilibrio assolutamente perfetto.

Il risultato sono quel che Nakagomi chiama “Paesaggi”, vale a dire atmosfere della mente che viaggia nell’interiorità del proprio essere. Situazioni spirituali o momenti di concentrazione sulla spiritualità dell’individuo come accade in tanta parte della tecnica di meditazione orientale .

Lo spettatore viene immerso in una atmosfera che irrimediabilmente lo riporta ad un vissuto personale fatto di paesaggi interiorizzati dall’infanzia o di ricordi personali. In tal modo e inevitabilmente Nakagomi raggiunge l’anima dello spettatore, lo penetra nella propria interiorità riportando in superficie memorie sopite, ricordi o vissuti personali fermi nel tempo.

Intervista a Yasunari Nakagomi

per la traduzione in italiano leggere di seguito:

Domanda 1 : Ci puoi parlare della tua tecnica pittorica? non ti dispiace condividere informazioni sulla tua tecnica?

YN: Non credo che la tecnica possa determinare lo spirito del lavoro, o l’anima dell’artista. Pertanto non ho alcun problema a condividere le mie tecniche con chi può trarne vantaggio nell’ambito di un’espressione artistica adoperandole. La cosa importante è allenarsi e credere nello sviluppo dell’espressione di ogni singolo artista attraverso la loro arte e le immagini espresse.

D2 : Come sei pervenuto a lavorare sulle serie dei tuoi “Paesaggi” ?

YN: Sono stato ispirato lavorando fuori dal Giappone e catturando le differenze e l’apertura dei vasti spazi senza fine dell’Ovest Americano. Volevo inserirmi nel mondo dell’arte Americana, che era la forza trainante maggiore nell’arte del 20° secolo e approfondire la mia espressione personale attraverso la pittura. L’arte contemporanea Americana sviluppatasi in America rifletteva la storia del paese, la religione, le diversità raziali ed etniche, l’evoluzione della società, l’economia industriale rivoluzionaria e molte altre cose ancora differenti dalle mie origini e dalla mia cultura Giapponese. Ho compreso che andando all’estero non significava che io percepivo la pittura come diversa , ma piuttosto significava sperimentare un rinnovamento personale nella mia espressione artistica nella mia serie di pitture di Paesaggi. Non percepivo più alcun senso di realtà in ciò che avevo creato sotto l’influenza dell’arte Americana esistente negli Stati Uniti.  In altre parole avevo superato una grande barriera mentale per liberare la mia espressione artistica e portarla in una nuova direzione. Durante quel periodo di scoperta di me stesso, cercai di dipingere qualcosa per me stesso, non per tutti o per essere visto da tutti, ma solo per me stesso muovendo le mie mani freneticamente sulla tela. La scena finale mi ricordò la campagna in cui ero nato e vissuto; una scena che io ricordavo dal periodo antecedente anche al mio ingresso alla scuola elementare. Era qualcosa di molto diverso da ciò che stavo creando basandomi sul mio precedente lavoro nell’arte contemporanea occidentale. Questa è la nascita della serie  “Landscapes” che ha portato ai nostri giorni.

D3: E’ come se tu fossi tra astrazione e figurazione, evocando una varietà di paesaggi per lo spettatore. Qual è la piacevolezza del tuo lavoro?

YN: Io non dipingo un paesaggio che rimanda ad un luogo specifico. Ad ogni modo quel che le persone dicono relativamente ai miei paesaggi è che evocano luoghi della loro memoria. Attraverso il mio lavoro io parlo delle mie passate esperienze ed emozioni, di me stesso e di quando ero in quel luogo. Quel che ho dipinto attraverso la mia personale riflessione, ha l’effetto di indurre lo spettatore a riflettere su se stesso. Credo che questo ci connetta alla natura universale dell’Arte.

D4:  Qual è il progetto per l’esposizione presso ARFLEX Tokyo? Sembra molto interessante esporre insieme a pezzi di arredamento in uno spazio che non sia una galleria e vorrei chiederti se vi è una qualche differenza nel tuo particolare processo di percezione e pensiero.

YN: Credo che le opere d’arte non siano dipinte per lo spazio di un museo o di una galleria, ma per la gente che le guarda. Ho scelto le opere da esporre perché volevo incoraggiare persone che non  hanno mai avuto l’ esperienza di vivere con l’arte nella loro vita quotidiana  a vivere con qualcosa che hanno scelto con i propri occhi come riferimento. Ho sentito da molte persone che hanno acquistato i miei lavori che essi provano sensazioni diverse nel vederli ogni giorno nel loro habitat dopo averli visti una sola volta in galleria. Ho notato che la gente vede le cose in maniera diversa nel tempo guardandole giorno per giorno, stagione dopo stagione oppure apportando stati emotivi differenti di calma o piacevolezza nel guardare le immagini.


L’universalità dell’arte di Nakagomi “colpisce” l’interiorità di ogni essere senza aggressioni né sconvolgimenti, ma in maniera rispettosa, velata, delicata come l’approccio tutto orientale alla persona umana. L’elemento “occidentale” della sua arte non appare così evidente ad uno sguardo immediato delle opere in quanto Nakagomi lo ha interiorizzato a livello esperienziale personale; l’esperienza dell’arte Americana e dell’Ovest degli Stati Uniti che ha fatto parte della sua crescita per circa 20 anni, rimane all’interno della propria consapevolezza rispetto al fatto artistico: Nakagomi l’ha interiorizzata in modo da potersi concedere una palette di colori insolita e in parte anche accesa, una palette che parte da toni scuri come i marroni e i grigi per sfociare negli aranci più solari e nei rossi intensi e sensuali.

Un viaggio nell’universo di Nakagomi è come un viaggio in una fusione perfetta tra Oriente e Occidente: una scoperta che si rinnova ogni volta che si passa da una realtà all’altra con spirito di approfondimento e senza superficialità.

Una scoperta che, al di là delle tante banalizzazioni, resta ancora un mistero dell’anima.

 Yasunari Nakagomi dialoga con Caravaggio al Pio Monte della Misericordia di Napoli nel 2014

La scelta di ARFLEX

Le opere di Nakagomi faranno da sfondo alle istallazioni per il catalogo di ARFLEX Giappone per l’anno 2021

Per il sito di ARFLEX CLICCA QUI