Oggi parliamo di 

Claudio Santini

Dalla fotografia di dettaglio per pubblicazioni di arredamento alla fotografia d’arte da cui sono espunti tutti i dettagli e l’opera corre dritta verso una sua essenza.
Anche l’architettura ha un’anima e quest’anima è stata messa a nudo da Santini che ha ridotto le sue fotografie di architetture a pure linee geometriche. La linea, la purezza, la presenza/assenza conducono lo spettatore verso un silenzio carico di significato interiore.

Uno stato di meditazione sull’essenza di ciò che ci circonda, sul caos che ci avvolge e che ci può travolgere oppure ci può passare accanto senza scalfire la nostra interiorità.

…..” Los Angeles è una scenografia di stili diversi che non risente del peso della storia per cui mi trovo creativamente a mio agio nel rappresentare i suoi frammenti urbani come luoghi di astrazione e ispirazione…….  Sono interessato alla sospensione e all’attesa che trovo nei paesaggi più comuni ed ordinari di questa città.  Attraverso questo tipo di osservazione, riesco ad elaborare una visione simile a quella dell’esperienza contemplativa al fine di creare opere di astratta figurazione. …..” (Claudio Santini)

E così dal caos della megalopoli il Santini artista inizia a scarnificare tutta la massa di informazioni che ci bombarda per strada; isolamento dal contesto, isolamento e focalizzazione della visione solo sulla essenzialità del particolare rispetto al tutto. Isolamento dell’artista nel momento della manipolazione della sua stessa opera.  Stato meditativo del singolo che diviene un invito ad entrare in uno stato di silenzio e meditazione per gustare le sue opere che non sono più solo fotografiche, ma ad ogni costo essenzialmente pittoriche.

…..” Penso che in una fotografia le informazioni visive siano eccessive. Ho l’esigenza di ridurre le forme fotografiche alle linee essenziali di un disegno su cui poi verrà applicato il colore con i mezzi meccanici di stampa o con l’applicazione successiva dei mezzi tradizionali di pittura, in una rappresentazione finale in cui l’immagine viene trasferita su tela, carta, legno, metallo o altro medium. ….” (Claudio Santini)

Risultato: L’identità di una città: la sua anima, la sua essenza colta da pochissimi tratti che sembrano di matita.
Opere identificative di un mondo, quello di Los Angeles, che viene penetrato così profondamente da rendere un quadro pittorico della città assolutamente identificativo di essa.
L’intera identità di un mondo in pochi tratti.

 

I suoi lavori


Nato e cresciuto a Roma, la consapevolezza e la passione di Claudio per la fotografica iniziarono da ragazzo.

Mentre studiava architettura all’Università e all’Istituto Europeo del Design di Roma, scoprì un dono speciale per la fotografia di architettura ed iniziò a documentare il lavoro dei più emozionanti talenti emergenti in architettura. Il suo lavoro ben presto fu riconosciuto e pubblicato in riviste specializzate nel settore come Abitare, Domus e Architectural Records. Fin dal suo trasferimento a Los Angeles nel 1989 il suo lavoro ha continuato ad apparire nelle maggiori riviste di architettura di interni, in libri e pubblicazioni on line.

Tra le maggiori testate: Country Living, California Home and Design, The Los Angeles Times, The New York Times, Coastal living.

 

“Sono interessato al paesaggio urbano: strade, sobborghi, architettura. Laddove l’uomo interagisce con l’ambiente circostante… Sono incuriosito dal silenzio delle astrazioni figurative di queste visioni.”

Ho sempre ammirato il senso di aggregazione di antichi villaggi in cui la vicinanza delle case ti fa sentire parte di una comunità connessa e in cui il calore generato all’interno della casa è condiviso e trattenuto in una sorta di abbraccio architettonico.

Ho intrapreso un viaggio attraverso la Sicilia alla ricerca di uno stile di vita perduto, nella memoria di un lontano passato, per documentare e rivalutare la saggezza della gente comune che ha costruito, arredato e vissuto le loro case seguendo le semplici regole dettate dalla necessità.