Hertha Miessner
L’inventario dell’invisibile

 

 

 

di Cynthia Penna

 

L’artista tedesca nasce come pittrice nei primi anni ’90 a seguito degli studi presso l’Accademia di Arte di Monaco di Baviera.

Dopo essersi orientata ed aver acquisito padronanza delle nuove tecnologie in campo fotografico e di arte digitale, Miessner inizia un lungo lavoro di ricerca introspettiva che la conduce alla creazione di opere digitali espressione di una drammaticità tutta pittorica fatta di chiaroscuri, di ombre, e di colore in puro stile barocco. E per di più parlerei di un “barocco italiano” legato alla Controriforma imperante in quel secolo, fatto di colori violenti e sanguigni, drappeggio pesante e ricco e di una drammaticità della scena che si confronta con soggetti sacri.

Ma Hertha Miessner è un’ artista tutta e totalmente contemporanea.

L’attualità dell’opera della Miessner deriva non solo dall’uso del mezzo digitale che, come lei stessa dichiara, le permette di “portare l’interno verso l’esterno….. in un contrappunto di vicino e lontano, riconoscibile e nascosto, luce piena di colore e profonda oscurità…”, ma anche da una capacità di dematerializzare il contesto focalizzandosi esclusivamente su un frammento di un tutto, un segno, una “nota” diremmo in termini musicali, che condensa il tutto in una sola, estrema particella di sé.

Il suo dialogo con l’opera di Caravaggio Le sette opere della Misericordia consiste in questa esplorazione  e messa a nudo del frammento nascosto, in questa ricerca dell’invisibile portato alla luce e in questo costante contrappunto di “luce piena di colore e profonda oscurità”. Cosa se non queste sue opere che sembrano drappeggi pesanti di stoffe antiche avvolte, addensate, contorte e ripiegate, dialoga meglio con tutta la drammaticità della scena caravaggesca? il dramma condensato in un frammento: questa l’opera di Miessner per il Pio Monte della Misericordia.

Ancora l’artista: “ …… lasciar apparire cose invisibili, unire quello che non è possibile, trovare nuove modalità….” : forse è questa la novità che Miessner introduce nell’arte attraverso il mezzo digitale che appare il più duttile e idoneo al raggiungimento del fine.

“…… materiali di scarto delle mie pitture su tela, pellicole fotografiche trasparenti o carte, sono la base dei miei collage digitali e gli oggetti dell’immagine…”

La Miessner riesce così a far rivivere frammenti di vita passata; recupera scarti che altro non sono che pezzi della sua personale e collettiva memoria di un’epoca e li attualizza attraverso l’uso del mezzo più contemporaneo e moderno. Una ricerca di memoria che si fa oggetto vivo, reale, attuale e contemporaneo.

Miessner “inventaria” il proprio passato attraverso pezzi di vecchi tessuti e vecchi oggetti ritrovati; li plasma, li manipola e poi li fotografa e ancora successivamente di nuovo manipola gli scatti fotografici, creando opere dense, calde, dematerializzate e pur così tanto materiche.

Inventariando il proprio passato, Miessner inventaria un’epoca: da corpo ad una memoria collettiva facendola rivivere nel qui e adesso.

Così come nel dialogo con l’opera caravaggesca indaga, scopre e porta alla luce la parte più segreta ed invisibile del tutto: fa vivere di vita propria quell’invisibile, nascosto, quell’infinitamente piccolo che a volte ci sfugge, quel frammento disperso nell’insieme conferendogli dignità autonoma e indipendenza dal tutto.

La capacità di inventare, di ottenere l’irraggiungibile, di dar spazio ai ricordi, ai sogni, alle illusioni; questa la ricerca dell’artista tedesca.