TRAVELING with ZAHA

 

 

di Cynthia Penna

 

 

Una stazione, un viaggio: “IL” viaggio: quello del legato che ci ha lasciato Zaha Adid con la progettazione di questa magnifica opera che travalicherà il tempo; un viaggio nel mondo attraverso le sue opere che rimarranno nel futuro per generazioni.

O il viaggio che quotidianamente intraprendiamo per vivere la nostra vita: tutto è viaggio, è movimento, è trasformazione.

“Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” diceva Antoine-Laurent de Lavoisier nel 1700.

E il chimico, biologo, filosofo ed economista francese aveva intuito come una società senza movimento non potesse essere una società in trasformazione e che questa trasformazione era parte integrante del suo  progresso e del suo futuro.

ART1307, Istituzione culturale di arte contemporanea con sedi a Napoli e Los Angeles, 3 anni fa ha intrapreso un viaggio con 10 artisti provenienti da 4 continenti ai quali ha chiesto di lavorare su tele che avrebbero viaggiato da un paese all’altro, da un artista all’altro intrecciando le loro tecniche, i loro stili, ma soprattutto interagendo con le rispettive culture e tradizioni su un’unica tela come se alla fine fosse stata eseguita da una sola mano.

Lo scopo e il messaggio perseguito dalle curatrici era quello che l’arte può insegnare la via della cooperazione e dell’integrazione tra razze, religioni, culture e tradizioni: partire dall’arte per incidere sulla società reale. Non sapremo mai se ci siamo riusciti, ma l’arte ha tentato, ha detto la sua ed ha dimostrato che si può fare.

Nell’ambito di questo vasto progetto e in contemporanea alla mostra “ Traveling Canvas “ attualmente in corso al Castel dell’Ovo di Napoli, siamo stati invitati dal Comune di Afragola a portare una testimonianza del nostro percorso nella stazione di Zaha Adid. Non abbiamo potuto chiedere agli artisti di lavorare su un nuovo progetto per questione di tempi, ma abbiamo portato la testimonianza di artisti internazionali che hanno voluto fortemente accogliere l’invito ed hanno prodotto delle opere che dialogano col magnifico e magico contenitore predisposto da Zaha.

La testimonianza e il messaggio che vogliamo promuovere è che la trasformazione di un territorio passa attraverso grandi balzi in avanti che apparentemente possono sembrare estranei, calati dall’alto e “stranieri”, ma che se accolti non con sospetto e ritrosia, ma con curiosità e accettazione, possono diventare volani del futuro.

Questo vuol dire accoglienza, integrazione, accettazione di culture e di popoli; vuol dire incuriosirsi, verificare, lavorare insieme.

Il progresso avviene attraverso il movimento, il dislocamento di tante cose: idee, persone, popoli, culture, tradizioni, cibo, religioni. L’immobilismo non paga, la difesa ad oltranza del proprio passato non è foriera di progresso. Il futuro ci attende inevitabilmente, non lo possiamo fermare, né eludere. Intraprendiamo il viaggio e facciamolo nostro. Perciò viaggiamo insieme a Zaha Adid che ha dato tanto al progresso e alla cultura di tutti i popoli del mondo.

Buon Viaggio.