Impressioni – pittura

 

 

di Cynthia Penna

 

 

 “Il senso infinito di possibilità che rende opera, la realtà interiore. Parole liquide, forme libere fluiscono, in nero galleggiano nella dimensione eterea dell’intelletto. Trattengono i contenuti della mia memoria, restituendoli alla realtà fisica di un discorso ‘non finito’. Rosso, è il segmento di un processo lineare, che attraversa la forma di ogni mio pensiero. Ma è anche traccia violenta, netta, chiara di un’idea ‘incisa’ nel profondo.  Fissa. Un centro ideale divide l’opera in due. Il fuoco dell’intuizione passa e agita i movimenti più ordinati della mente. La vita nel suo ‘farsi’.”

Stefano Ciannella
Recentemente, nel corso di un dialogo con l’artista, a proposito della sua nuova vena pittorica, mi ha riferito che molte persone, vedendo i suoi nuovi lavori, gli chiedono se non sono ispirati dal test psicologico e attitudinale di Rorschach e dalle famose “macchie” ivi presenti. Ad uno sguardo profano la connessione viene quasi spontanea, ma il bello è che le “macchie” in questo caso non sono chiave di interpretazione di stati psicologici, bensì veri e propri stati mentali gettati sulla tela.
Un “senza rete” delle proprie pulsioni mentali e inconsce che Ciannella tenta strenuamente  di razionalizzare e concettualizzare, ma che fuoriescono prepotentemente dal suo Io nascosto.
Una operazione di disvelamento psicoanalitico inconsapevole per l’artista stesso.
Le sue opere sono stati mentali puri, stati emozionali riversati su tela; momenti di creazione, o meglio, rappresentazioni pittoriche  del momento creativo della mente nella sua genesi. L’atto della creazione o ciò che l’artista immagina possa avvenire nel cervello umano nel momento in cui “nasce” e si forma l’Idea, viene colto attraverso colori puri, duri, potenti.
In realtà se le macchie di Rorschach sono servite per decenni a decifrare stati psicologici e comportamentali, queste “macchie” di Ciannella hanno una analoga funzione di scavo nell’universo psicologico individuale.
Quello che colpisce è la potenza espressiva della descrizione: il “racconto” della genesi del pensiero umano è in Ciannella qualcosa di forte, di possente. E’ un travaglio, anche doloroso,  una sorta di lotta tra istintualità e razionalità, come d’altronde tutti gli atti creativi.
Ciannella coglie l’attimo fuggente in cui una misteriosa e ignota combinazione di sinapsi, di sistemi elettrici e biochimici, forma un pensiero, fa nascere un’idea.  Ogni atto creativo passa per il dolore, anche quello della nascita, ma non si tratta in questo caso di dolore fisico o dolore morale: qui il dolore è solo espressione di forza e di potenza. Una sorta di esplosione, un “piccolo” big bang (e il gioco di parole tra piccolo e grande è qui ben appropriato).
Ciannella traduce in chiave artistica e specificamente pittorica tutti i misteri dell’universo e tutti i suoi dualismi: creazione e distruzione, presenza e assenza, vuoto e pieno, orizzontale e verticale, linearità e contorsione, ma su tutti il mistero inspiegabile e meraviglioso della vita e del suo contrario.