Il Minimalismo “Californiano” del napoletano Sanzone

 

 

di Tiziana Tricarico

 

 

La ricerca dell’assoluto attraverso un dipinto. L’essenza dell’essere e della materia in opere che sembrano plasmate dalla luce. Monocromi eleganti, ognuno con il suo colore particolare e originale: rossi intensi, arancioni sfolgoranti, blu profondi e gialli intensi si alternano in un caleidoscopio di materia in divenire. Che sintetizza lo spirito di una ricerca precisa. E’ una conversazione tra l’artista ed il curatore della mostra quella in programma GIOVEDI’ sera dalle 18 alle 21 a Villa di Donato (piazza S.Eframo Vecchio). L’artista è il napoletano Amedeo Sanzone, protagonista insieme al californiano Brad Howe della doppia personale dal titolo «Disturbances/Scompigli» visitabile fino al 15 aprile: il curatore e Cynthia Penna di Art1307 che ha ideato il progetto espositivo sviluppato in un dialogo che vive di contrasti.

Sanzone è figlio della tradizione pittorica partenopea e da questa inizia un percorso personale che lo conduce, attraverso una continua sottrazione, ad un minimalismo assoluto: per questo, insieme all’utilizzo della luce e alla scelta della materia – il Lexan, un metacrilato – è considerato il più «californiano» degli artisti italiani. Un levare via, togliendo il superfluo, per arrivare all’essenza delle cose in una ricerca che è anche e soprattutto spirituale («Dipingere è stato per me fin dall’inizio l’espressione di una mancanza, la volontà di colmare un vuoto»). Fino a cogliere la purezza di una superfice che viene dipinta a spruzzo «dal di dietro», con colori compositi ma di respiro classico. Quasi uno schermo che riflette lo spettatore e lo spazio circostante, trascinandoli all’interno dell’opera. Dove la luce è protagonista assoluta grazie a un gioco di riflessi che si rincorrono dall’interno all’esterno e viceversa.